Italiano: Stemma del vescovo italiano Maurizio Malvestiti, vescovo di Lodi.
Autore dello stemma è il Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Arciprete emerito dalla Papale Basilica di San Paolo
DESCRIZIONE: Lo scudo è accollato ad una croce stile di grado vescovile, sormontata da un cappello (galero) con sei fiocchi pendenti in ciascun lato, di grado vescovile il tutto verde.
Lo scudo è a forma di testa di cavallo. In basso un cartiglio d'oro con il motto "In silentio et spe".
La blasonatura dello scudo è di rosso e di azzurro , troncati da una fascia diminuita di oro. Nella prima fascia un sole di oro fiammeggiante in maestà; nel secondo una stella, con in punta tre fasce ondeggianti è diminuita, il tutto in argento.
LETTURA DEI SIMBOLI: Il sole è Cristo, "oriens ex alto" e "lumen gentium" secondo il Concilio Ecumenico Vaticano II. San Giovanni Paolo II lo presenta come orientale lumen. Si evoca così l'oriente cristiano maturato nel ventennale servizio nella Curia Romana, richiamando al contempo la comunione con Papa Francesco, che annovera tale simbolo nel suo stemma. Dal sole tra luce la stella ad otto punte: Maria, madre di Dio e della Chiesa è illuminata dal suo Signore. Cristo con Maria e la Chiesa vegliano fin dalle origini sul cammino nuovo vescovo.
Alle origini e al successivo itinerario alludono le fasce ondeggianti: il paese d'origine è sulla riva del Brembo e con l'Adda formano l'isola bergamasca che diede i natali a San Giovanni XXIII.
L'Adda giunge e Lodi; col Po forma un altra isola che accoglie buona parte del territorio diocesano.
L'onda del Tevere ha accompagnato del resto i vent'anni romani. Ma è in realtà l' "unda baptismi", significata dall'argento, a segnare con la grazia divina l'intera esistenza e a mantenerla nell'azzurro della sua provvida cura. Il rosso e il giallo sono i colori di Lodi e di Bergamo.
IL MOTTO è un riferimento ad Isaia 30,15. Il Vetus Testamentum nella Nova vulgata riporta il versetto come segue: "in silenzio et spe erit fortitudo vestra".
Sulla parete di una sala del Palazzo Apostolico è riportato invece omettendo "in"... ed è proprio in quest forma che esso è ben noto al nuovo Vescovo fin dal seminario.
Il binomio "in silentio et spe" può essere reso "nel silenzio e per mezzo della fiducia".
La Bibbia lo traduce però nell'espressione seguente: "Nell'abbandono confidente". E' questo l'invito che il motto episcopale vorrebbe proporre a tutti. Speranza e forza scaturiscono dal silenzio del Crocifisso e dal confidente abbandono alla volontà del Padre, se rimaniamo uniti al Figlio nello Spirito Santo.